4 Maggio 2020 | Dati e Tendenze

Il Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani

In questo articolo sul Covid-19 e le strutture residenziali per anziani, il primo di una serie, Franco Pesaresi offre una dimensione di quanto accaduto in Italia e nei paesi europei analizzando dati di varie fonti.

 

Articolo aggiornato il 27 giugno 2020


La mortalità per Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani in Italia

In Italia, dati certi e completi sulla mortalità collegata al Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani non ci sono.

 

L’unica rilevazione nazionale è una survey sul contagio Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani realizzata dall’Istituto superiore di Sanità – ISS (5/5/2020). Premetto che non userò, come fanno altri la parola RSA, ma userò il termine “strutture residenziali per anziani” perché in realtà le strutture che ospitano anziani sono di diverse tipologie (RSA, residenze protette, case di riposo, case protette, centri servizi, ecc.). La survey è stata realizzata inviando un questionario a 3.417 strutture a cui hanno risposto 1.356 strutture per un totale di 97.521 anziani ospitati (il 33,7% dei posti letto che sono 289.164). In 5 regioni il tasso di rispondenza delle strutture è stato inferiore al 20%. Fra le altre cose, la survey ha chiesto alle strutture di indicare il numero dei decessi complessivi di anziani, di quelli con positività accertata da Covid-19 e di quelli con sintomi simil-influenzali (ma senza positività accertata) dal 1/2/2020 al 5/5/2020.

 

Che cosa emerge dalla survey? Gli anziani deceduti nelle strutture residenziali per Covid-19 accertato dal tampone sono un numero contenuto pari al 7,4% di tutti i deceduti del periodo. Ma se a questi aggiungiamo tutti i deceduti con sintomi simil-influenzali senza alcun accertamento di positività, i deceduti per sospetto Covid-19 arriverebbero al 41,2% di tutti i deceduti. Si tratta di una dimensione molto importante perché significa che i morti nelle strutture, nel periodo considerato, sono quasi raddoppiati a causa del Covid-19. Ho usato il condizionale perché sappiamo che non tutti quelli che sono morti con sintomi simil-influenzali hanno contratto il Covid-19. Nell’ipotesi massima prospettata dalla survey dell’ISS il tasso di mortalità degli anziani per Covid-19 nelle strutture residenziali è pari al 3,8% di tutti gli ospiti delle strutture stesse (tabella 1).

 

Survey_ISS
Tabella 1 – Survey ISS. Numero dei decessi totali, Covid-19 positivi (conferma da tampone) e con sintomi simil-influenzali (dal 1/2/2020 al 5/5/2020)

Queste prime rilevazioni nazionali, purtroppo, non coincidono con i pochi dati forniti dalle regioni. Pur facendo le opportune interpolazioni per tener conto che i dati forniti dall’ISS si riferiscono al 33,7% dei posti letto mentre quelli forniti dalle regioni e da altre fonti si riferiscono a tutte le strutture, i dati delle singole regioni non si allineano a quelli dell’ISS (tabella 2).

 

Mortalità_degli_anziani_per_Covid-19
Tabella 2 – Dati sulla mortalità degli anziani per Covid-19 nelle strutture residenziali forniti dalle regioni e da altre fonti

Dalla tabella 2, certamente disomogenea e largamente incompleta, dato che mancano sette regioni, emerge comunque un primo quadro, solo indicativo, che collocherebbe il numero totale dei morti per Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani sensibilmente al di sotto di quelle prospettate dalla survey dell’ISS (proiettata su tutte le strutture).

 

La mortalità per Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani all’estero

A livello internazionale esistono tre approcci principali per misurare i decessi in relazione a Covid-19:

  1. decessi di persone che risultano positivi (prima o dopo la morte);
  2. decessi di persone sospettate di avere COVID-19 (basato sui sintomi);
  3. decessi in eccesso (confrontando il numero totale di decessi con quelli delle stesse settimane degli anni precedenti).

 

In presenza di disponibilità di dati assai diverse e di diversi approcci nazionali per la registrazione dei decessi, i confronti internazionali sono difficili, ciononostante i dati raccolti da Comas-Herrera et al. (2020) che riassumono i dati più recenti provenienti da diverse fonti ufficiali sono molto indicativi (tabella 3).

 

Il numero dei morti collegati al Covid-19 nelle strutture per anziani di tutto il mondo è straordinariamente e drammaticamente elevato: il range va dal 25% al 67% di tutti i morti per Covid-19. In Francia, in Belgio, Irlanda, Norvegia e Spagna gli anziani morti per Covid-19 all’interno delle strutture residenziali costituiscono addirittura la maggioranza di tutti morti (tabella 3).

 

Numero_di_morti_collegati_al_Covid-19
Tabella 3 – Numero di morti collegati al Covid-19 e letalità nelle strutture residenziali per anziani in alcuni paesi stranieri

 

E l’Italia?
Per tentare una comparazione con i dati degli altri paesi occorre proiettare i dati della survey dell’ISS al totale dei posti letto complessivi delle strutture residenziali per anziani. In questo caso, ipotizzando che tutti i morti con sintomi simil-influenzali siano dovuti a Covid-19 avremo 11.192 deceduti all’interno delle strutture per anziani che allo stato attuale costituirebbero il 32,2% di tutti i morti per Covid-19. Si tratterebbe di una percentuale probabilmente sopravvalutata per via della considerazione di tutti i sintomi simil-influenzali ma che nel confronto con gli altri paesi europei ci vedrebbe comunque tra quelli con le percentuali indubbiamente più basse.

 

Il tasso di letalità per Covid-19 in relazione all’età

In Italia, l’età media di tutti i cittadini deceduti e positivi al Covid-19 è di 80 anni (mediana 82 anni). Il 95,4% dei deceduti per Covid-19 aveva un’età superiore ai 60 anni. L’85,3% dei deceduti un’età superiore ai 70 anni. Il tasso di letalità è il più alto fra gli ultraottantenni dove raggiunge la cifra elevatissima di quasi un morto ogni tre positivi (tabella 4).

 

Decessi_Covid-19_per_età
Tabella 4 – Distribuzione dei casi e dei decessi per Covid-19 per fascia di età (al 16/6/2020)

Le cartelle cliniche analizzate hanno evidenziato che le persone decedute, prima di contrarre il Covid-19 erano portatori mediamente di 3,3 patologie.

 

I dati appena riepilogati sono ampiamente noti: il Covid-19 fa le sue vittime essenzialmente nella popolazione con oltre 70 anni in condizione di fragilità caratterizzata dalla presenza di 3 o più patologie.

 

Qualche valutazione

Il Covid-19 ha colpito molto duramente gli anziani ricoverati nelle strutture residenziali per anziani. Tali strutture, come i servizi sanitari e il resto del Paese, erano impreparati ad affrontare lo tsunami Covid-19. Occorre cercare di capire perché questa tragedia sia accaduta ed in questo articolo l’obiettivo è di dare una dimensione a quanto è successo.

 

Non ci sono dati completi ed affidabili per quantificare la rilevanza del fenomeno ma occorre comunque tentare delle stime ed avere dei punti di riferimento per affrontare il problema.

 

Occorre innanzitutto dire che non si tratta di un problema solo italiano. In tutto il mondo la mortalità per Covid-19 è stata elevatissima tanto da costituire spesso la maggioranza di tutti i morti per il Coronavirus.

 

In Italia, in base ai pochi dati a disposizione, è ipotizzabile che le morti nelle strutture residenziali per anziani siano state un numero che possiamo stimare fra 8.500 e 11.000. Questo significa che i morti per Covid-19 all’interno delle strutture sono stati il 2,9-3,8% di tutti gli ospiti delle strutture residenziali e che abbiano costituito il 24,5-31,7% del totale dei morti complessivi per Covid-19 registrati in Italia. Si tratta di un numero enorme ma che si colloca ben al di sotto delle quote registrate negli altri paesi europei.

 

Il Covid-19, come abbiamo visto, colpisce gli anziani molto fragili: soprattutto ultrasettantenni con tre o più patologie. Queste persone si trovano ovviamente distribuite nelle loro case ma si concentrano nelle strutture residenziali per anziani. I tre quarti degli anziani accolti nelle strutture residenziali sono ultraottantenni e non autosufficienti. Le vittime privilegiate e quasi esclusive del Covid-19 sono proprio quelle che sono accolte nelle strutture residenziali. Non poteva non accadere che il Covid-19 colpisse, purtroppo, anche le strutture. Ma l’aspetto problematico non è questo. Il vero nodo è perché la mortalità italiana per Covid-19 degli ultrasettantenni è pari allo 0,2%, mentre nelle strutture residenziali essa è dieci volte più elevata?

 

 

Foto di Roman Solar da Pixabay

Bibliografia

Caccia F., Nicolussi Moro M., Massenzio M., Pinna A., Roat D., Testa A. (2020), Coronavirus, Iss: «Dal 1° febbraio morti 6773 anziani nelle Rsa, il 40% per Covid-19», Corriere.it, 20 aprile.

Comas-Herrera A, Zalakain J, Litwin C, Hsu AT, Lane N and Fernandez J-L (2020), Mortality associated with COVID-19 outbreaks in care homes: early international evidence, in LTCcovid.org, International LongTerm Care Policy Network, CPEC-LSE, 3 May 2020.

Istituto Superiore di Sanità – ISS (2020), Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia, dati al 29 aprile.

Istituto Superiore di Sanità – ISS (2020), Epidemia Covid-19 – aggiornamento nazionale, 16 giugno.

Istituto Superiore di Sanità – ISS (2020), Survey nazionale sul contagio COVID-19 nelle strutture residenziali e sociosanitarie – Report finale, 5 maggio 2020.

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