11 Marzo 2022 | Programmazione e governance

Le Case della Comunità. Come saranno

Le Case della Comunità rappresentano un nuovo strumento del Servizio Sanitario Nazionale che andrà collocato in modo appropriato nel sistema delle cure territoriali e che, grazie ai finanziamenti del PNRR, si svilupperà diffusamente. Il lavoro di Franco Pesaresi  cerca di delinearne le caratteristiche sulla base dei documenti a disposizione evidenziando, laddove presenti, gli elementi da approfondire o le criticità emergenti.


Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e con la bozza di decreto sui “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale” inviato alla Conferenza Stato-Regioni per l’approvazione si sono definite le caratteristiche delle Case della Comunità.

 

Si tratta di uno strumento nuovo del Servizio Sanitario Nazionale che, con i finanziamenti del PNRR, si svilupperà diffusamente per cui è necessario comprenderlo appieno per utilizzare bene i finanziamenti e per collocarlo in modo appropriato nel sistema delle cure territoriali.

 

Con il presente lavoro si cerca di delineare le caratteristiche delle Case della Comunità sulla base dei documenti a disposizione evidenziando, laddove presenti, gli elementi da approfondire o le criticità che emergono.

 

Le Case della Comunità: che cosa sono?

La Casa della Comunità (CdC) è il luogo fisico pubblico, di prossimità e di facile individuazione al quale l’assistito può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria.

 

La CdC è una struttura facilmente riconoscibile e raggiungibile dalla popolazione di riferimento, per l’accesso, l’accoglienza, l’orientamento dell’assistito, la progettazione e l’erogazione degli interventi sanitari.

 

La CdC introduce un modello organizzativo di approccio integrato e multidisciplinare attraverso la modalità operativa dell’équipe multiprofessionale territoriale. L’attività, infatti, deve essere organizzata in modo tale da permettere un’azione d’équipe tra Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta, Specialisti Ambulatoriali Interni – anche nelle loro forme organizzative – Infermieri di Famiglia o Comunità (IFAoC), altri professionisti della salute disponibili a legislazione vigente nell’ambito delle aziende sanitarie, quali ad esempio Psicologi, Ostetrici, Professionisti dell’area della Prevenzione, della Riabilitazione e Tecnica, e Assistenti Sociali.

 

Essa rappresenta il luogo in cui il SSN si coordina e si integra con il sistema dei servizi sociali degli enti locali del bacino di riferimento proponendo un raccordo intrasettoriale dei servizi in termini di percorsi e soluzioni basati sull’integrazione delle diverse dimensioni di intervento e dei diversi ambiti di competenza.

 

La CdC, quale luogo di progettualità con e per la comunità di riferimento, svolge quattro funzioni principali:

  • è il luogo dove la comunità, in tutte le sue espressioni e con l’ausilio dei professionisti, interpreta il quadro dei bisogni, definendo il proprio progetto di salute, le priorità di azione e i correlati servizi;
  • è il luogo dove professioni integrate tra loro dialogano con la comunità e gli utenti per riprogettare i servizi in funzione dei bisogni della comunità, attraverso il lavoro interprofessionale e multidisciplinare;
  • è il luogo dove le risorse pubbliche vengono aggregate e ricomposte in funzione dei bisogni della comunità attraverso lo strumento del budget di comunità;
  • è il luogo dove la comunità ricompone il quadro dei bisogni locali sommando le informazioni dei sistemi informativi istituzionali con le informazioni provenienti dalle reti sociali (bozza di decreto, 2022).

 

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