9 Giugno 2023 | Programmazione e governance

Legge Delega Anziani e Long-Term Care: un contributo di Francesco Longo

L’approvazione della Legge Delega per l’assistenza agli anziani non autosufficienti rappresenta per l’Italia un traguardo importante. Pubblichiamo un video di Francesco Longo a commento e riflessione sulla recente Legge Delega che, oltre ad evidenziare la positività del nuovo impianto strutturale e organizzativo previsto dalla riforma, mette in luce le criticità ancora non affrontate per realizzare un sistema di Long-Term Care in risposta ai bisogni dei cittadini non autosufficienti e delle loro famiglie.


La recente riforma del settore Long-Term Care in Italia è un atto rilevante, sia dal punto di vista politico che istituzionale: la non autosufficienza riguarda 3,9 milioni di cittadini non autosufficienti e almeno due caregiver per ciascuno di essi raggiungendo l’interesse di 12 milioni di Italiani (1 italiano su 5). Dei 3,9 milioni di cittadini non autosufficienti, oggi circa 300 mila sono ricoverati in RSA, luogo a cui le famiglie ricorrono quando l’assistenza a domicilio diventa insostenibile. I 3,6 milioni di persone non autosufficienti che vivono al domicilio sono sostanzialmente privi di un reale supporto pubblico: di questi cittadini 1,1 milione sono assistiti da una badante mentre 2,5 milioni da caregiver familiari. Il supporto pubblico dell’ADI garantisce interventi al 30% di questi cittadini, con un’intensità media di 16 accessi all’anno, dati che danno evidenza che questo servizio, così strutturato, poco può fare dal punto di vista del reale sostegno alle famiglie. Circa la metà degli anziani non autosufficienti ricevono l’assegno di accompagnamento, privo in Italia di criteri di valutazione sul reddito: tutti i beneficiari ottengono poco più di 6.000€ annui, insufficienti per le famiglie meno abbienti.

 

In questo quadro complessivo, la riforma della Long-Term Care propone diversi punti interessanti: nasce finalmente un Sistema Nazionale impostato sul coordinamento delle Istituzioni coinvolte nel settore: il sistema sanitario (gestito dal SSN), il sistema previdenziale (gestito tramite l’INPS), il sistema sociale e socioassistenziale (gestito dai Servizi sociali degli Enti Locali). La riforma prevede finalmente la nascita di una Unità di Valutazione Unica, titolata a regolare e autorizzare l’accesso ai servizi istituzionalmente garantiti (previdenza, sanità e socioassistenziale) e una governance unitaria del sistema sia a livello nazionale sia livello locale. Si tratta di direzioni giuste e positive e oggi realisticamente possibili nel nostro Paese, un primo passo importante e atteso a cui dovranno necessariamente succedere ulteriori sviluppi per realizzare interventi risolutivi in risposta ai bisogni dei cittadini non autosufficienti.

 

 

Questioni aperte

Ci sono tuttavia diverse questioni importanti, ancora non affrontate dalla Legge Delega, che sarà necessario gestire al più presto:

  1. Finanziamento del settore Long-Term Care: oggi le risorse pubbliche disponibili per la Long-Term Care sono rappresentate sostanzialmente dalla spesa per il settore previdenziale gestito dall’INPS (circa 8 miliardi annui), dalla spesa sanitaria per la non autosufficienza, articolata tra contributi per le rette delle RSA e i servizi semiresidenziali, l’ADI, presidi per l’incontinenza ecc. (circa 10 miliardi annui) e dalla la spesa sostenuta dagli Enti Locali. È auspicabile che si arrivi alla definizione di un budget unico per il settore Long-Term Care, che superi quello attualmente fissato per i tre singoli silos istituzionali. Si tratta di un passaggio necessario ma ancora non definito e che potrà essere sviluppato nell’ambito del sistema di coordinamento nazionale previsto dalla riforma.
  2. Creare un mercato professionale per la cura: nel nostro paese la gestione dell’assistenza si realizza esclusivamente su due polarità: RSA e badanti. È del tutto assente una filiera di servizi intermedia che sia di natura professionale e che non sia un mercato informale della cura. È necessario “industrializzare” e “professionalizzare” 1,1 milione di badanti oggi presenti nelle famiglie che dovrebbero in futuro essere inserite e operare nell’ambito delle organizzazioni e degli enti formali che si occupano di Long-Term Care.
  3. Integrazione tra spesa pubblica e spesa privata delle famiglie – incentivare l’aumento della domanda e dell’offerta di servizi formali: nel nostro paese la gran parte dei costi dell’assistenza è a totale carico delle famiglie che, in assenza di servizi efficaci e supportivi, si ritrovano incentivate – per necessità – a rivolgersi alle badanti, orientando così la propria spesa privata nel mercato informale della cura. È necessario trovare strategie e meccanismi per incentivare e orientare la spesa delle famiglie in servizi più formalizzati, aumentando la domanda di servizi formali e al contempo l’offerta degli stessi, oggi entrambi assenti.

 

 

Guarda il video integrale con il contributo di Francesco Longo

 

 

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