
“Non possiamo permetterci di sprecare una crisi come questa, è un’opportunità di fare cose che prima non si pensava di poter realizzare”. Quando pronunciò questa frase, divenuta poi nota e riferita allo sconquasso dell’economia mondiale nel 2008, Rahm Emanuel – già capo di Gabinetto di Obama alla Casa Bianca – certamente non aveva in mente l’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia. Eppure, è difficile trovare una sintesi più calzante dello spirito che ci è oggi richiesto davanti alla tragedia vissuta dal nostro Paese.
Nei tormentati mesi segnati dall’irrompere del Covid-19 – tra marzo e luglio 2020 – abbiamo tenuto sulla rivista “I luoghi della cura” la rubrica “Taccuino sul mondo nuovo”. Nella prima uscita indicammo che “lo scopo è quello di descrivere il presente, in modo critico, per scrivere nel nostro ideale taccuino qualche spunto e qualche idea che permetta, a noi che stendiamo queste note e ai nostri lettori, di prepararci in modo adeguato al ‘dopo’. Intendiamo, dunque, cercare di capire che cosa la crisi ci sta dicendo sui servizi per gli anziani non autosufficienti e quali indicazioni trarne per il periodo successivo all’esplodere della pandemia. Nella consapevolezza che bisogna attrezzarsi per affrontarlo”.
Nelle prossime pagine riproponiamo quelle parti del “Taccuino” che ci auguriamo possano essere utili per affrontare questa fase1. Anche se – al momento di terminare il Rapporto (novembre 2020) – il nostro Paese è immerso nella seconda ondata del Covid-19, puntare lo sguardo sul “dopo” è fondamentale. Siamo consapevoli, infatti, che non sarà mai possibile dare un senso compiuto alla tragedia che si è abbattuta in particolare sulla popolazione anziana, con i costi di vite umane e di dolore che ha portato con sé. Ma un modo per provare a farlo, almeno in parte, esiste. È far sì che i messaggi che ci lascia su come migliorare il welfare del nostro Paese non rimangano inascoltati.
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