1 Marzo 2007 | Cultura e società

Un originale approccio assistenziale alle necessità dell’anziano: “Globalcare in Geriatria”

Globalcare in Geriatria

Pasti serali alle ore 18,30 (quando non alle ore 17,30); messa a letto alle ore 19 o alle ore 20; toeletta alle ore 6,30; ospiti “mescolati” nelle camere senza alcun criterio che rispetti simpatie, sintonie, possibilità di comunicazione. E ancora: per il nuovo ospite un’accoglienza distratta, sbrigativa; scarsa comunicazione con la famiglia (i parenti, per definizione, sono “un fastidio”, per usare un eufemismo). Nonostante ogni Casa di Riposo o Residenza Assistenziale non perda occasione per ricordare che “il benessere degli anziani viene in primo luogo, che le esigenze degli anziani sono prioritarie, che i parenti sono una risorsa”, la realtà è ben diversa: prioritarie sono le esigenze organizzative, e intorno ad esse ruota la vita della struttura. Ma è vero che non si può fare diversamente?

 

La testimonianza inviataci da Vincenzo Vismara e Cinzia Mancini*, frutto di un’esperienza che parte dal 1999, dimostra che una presa in carico globale a forte connotazione psicoaffettiva e rispettosa delle esigenze dei singoli non solo è possibile, ma conveniente: a parità di costi comporta risultati notevolmente superiori rispetto all’assistenza standardizzata. Purtroppo ragioni di spazio non ci consentono di riproporre integralmente il bell’articolo di Vismara; ci limitiamo perciò a sintetizzarne gli aspetti essenziali, sperando di trasmettere correttamente l’esperienza degli Autori.

 

Globalcare (GC)

Il “care” globale si attua attraverso un particolare approccio psicoaffettivo nei confronti dell’ospite al fine di rendere più accogliente e meno alienante l’istituzionalizzazione della condizione di malato nel suo complesso; ciò consente di meglio supportarne le condizioni psichiche e fisiche. Presupposto indispensabile è l’integrazione delle varie figure professionali, la loro motivazione, la duttilità, la capacità di adattarsi alle diverse esigenze. Altro caposaldo del GC è l’alleanza terapeutica che si instaura con la famiglia anche prima del ricovero.

 

Accoglienza

All’accoglienza dell’ospite viene attribuito un significato prioritario che viene esteso al di là dal momento in cui il ricoverato varca la soglia dell’istituzione.

 

Preparazione all’accoglienza
Prima del ricovero almeno due operatori dell’équipe assistenziale si recano presso la sede in cui si trova il “ricoverando”.

Durante questo sopralluogo i membri dell’équipe si presentano all’anziano ed ai familiari, spiegano il motivo della visita e raccolgono un’accurata anamnesi clinica e sociale. In tal modo il ricovero non rappresenterà un evento improvviso e sgradito, ma la naturale prosecuzione di un rapporto assistenziale. Durante questo incontro si inizierà anche a costruire un legame con il caregiver principale onde coinvolgerlo da subito nel progetto assistenziale: è questo il primo passo di quell’alleanza terapeutica che caratterizzerà tutto il periodo di ricovero.

 

Accoglienza in struttura
L’arrivo dell’ospite al nucleo deve essere effettuato di preferenza tra le ore 9,30 e le 11 onde consentire l’accoglienza da parte di tutta l’équipe curante: medici, infermieri, addetti all’assistenza, fisioterapisti, animatori si presentano spiegando le proprie mansioni. Dal canto loro, il paziente ed i familiari vengono invitati a manifestare i propri desideri ed anche ad esternare dubbi e preoccupazioni: fin dall’inizio si tende perciò a instaurare un rapporto di empatia.

 

Trattamento

La valutazione d’équipe

Entro tre giorni dall’ingresso, l’ospite viene valutato dalle varie figure professionali che provvedono a compilare il Piano Assistenziale Individuale (PAI). Da questa valutazione emergeranno i problemi e i bisogni a cui spetta dare una risposta globale secondo le priorità accertate; naturalmente il PAI deve essere periodicamente aggiornato secondo le necessità del paziente.

 

Stesura della cartella clinica unificata
Si tratta di una cartella clinica, elaborata da tutto il personale, finalizzata a rendere unitario e strutturato l’intervento. Nella cartella convivono le necessità cliniche, infermieristiche e riabilitative in un continuum che porta ad una costante valutazione della situazione del paziente da vari punti di vista; secondo l’esperienza degli Autori il momento fondamentale dell’utilizzo e della stesura della cartella unificata è quello della riunione a fine turno a cui possono partecipare anche i familiari.

 

Dimissione condivisa

Nei casi in cui si procede alla dimissione del ricoverato, la lettera di dimissione riporta non solo la diagnosi e la terapia (secondo il modello tradizionale), ma anche la valutazione degli infermieri, dei terapisti della riabilitazione, degli animatori. Vengono inoltre sintetizzati i momenti salienti del ricovero.

 

L’accompagnamento

Dimettere non significa abbandonare il paziente. In base al GC, prima della dimissione il personale dell’équipe curante si può recare al domicilio del paziente per rendersi conto della realtà abitativa e socio ambientale onde poter suggerire eventuali interventi correttivi che facilitino le autonomie al domicilio. Ciò che caratterizza l’accompagnamento è che in seguito alla dimissione viene mantenuto il contatto con il paziente e la famiglia, che vengono così accompagnati nel proseguimento della presa in carico in modo che anche al domicilio venga conservata la stessa peculiarità assistenziale che ha connotato il ricovero.

 

Conclusioni

Il mantenimento della dignità, dell’individualità e delle abitudini dell’anziano sono l’obiettivo primario del GC. I riscontri di questa esperienza pluriennale testimoniano che è possibile conseguire questa finalità attraverso la motivazione e l’integrazione sinergica del personale senza che ciò richieda un aumento delle risorse economiche ed umane.

Bibliografia

Vismara V, Bernini L, Bandini P, Caluori M. “Global Care” in geriatria. Dal curare al prendersi cura: esperienza di normalità per l’anziano ricoverato. Medicina e chirurgia. Quaderni di aggiornamento e selezione bibliografica. Volume 3 (Fascicolo1), Pacini editore, Pisa 2001.

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