29 Settembre 2025 | Esperienze

L’esperienza del senior cohousing ISRAA a Treviso. Abitare in autonomia, in sicurezza, in comunità, in città

L’articolo presenta un’esperienza di cohousing, frutto di un percorso di rigenerazione urbana partecipata, che si proietta nel futuro ma ha radici nel passato. L’ente promotore – sorto nel 1991 dalla fusione di tre IPAB risalenti all’Ottocento – ha riutilizzato allo scopo propri immobili ubicati nel centro storico e un tempo adibiti a case di riposo, per fornire una risposta alle nuove esigenze abitative nella terza età, mettendo in relazione positiva la dimensione personale e quella sociale.

L’esperienza del senior cohousing ISRAA a Treviso. Abitare in autonomia, in sicurezza, in comunità, in città

Il percorso che ha portato alla realizzazione del cohousing ISRAA (Istituto per Servizi di Ricovero e Assistenza agli Anziani) si è avviato nel 2013, con la decisione dell’Amministrazione di trasformare alcuni edifici di proprietà in nuove tipologie di servizi abitativi per la terza età. Una sfida nata dallo studio dei dati sulla longevità, dalla conoscenza di progetti analoghi realizzati in Europa, dal sogno di creare qualcosa che ancora non esisteva; la sfida, guidata da Giorgio Pavan (direttore generale ISRAA Treviso), ha coinvolto Silvano Pangerc (responsabile ufficio tecnico ISRAA Treviso), Antonella Buranello (psicologa psicoterapeuta e formatrice), me e tutto lo staff ISRAA.

 

 

Dall’idea agli edifici

Il progetto si è sviluppato considerando diversi aspetti: urbanistici, architettonici, finanziari e sociali. In particolare, è stata individuata nella progettazione partecipata, con gli stakeholder del territorio (specie il Comune di Treviso) e tutta la cittadinanza, il metodo di lavoro per definire e implementare Borgo Mazzini Smart Cohousing.

 

L’elemento centrale è rappresentato dalla progettazione partecipata con la cittadinanza attraverso un percorso in 5 step, con 200 cittadini coinvolti e organizzati in 4 gruppi, in cui sono state illustrate, dibattute, rigettate e condivise le idee progettuali, con la redazione di report mirati e un documento finale. I gruppi di progettazione partecipata, che si sono avvalsi di focus group condotti dai professionisti di ISRAA, hanno affrontato 4 aree tematiche:

  • relazioni sociali, integrazione sociale e coabitazione;
  • servizi di supporto e autonomia al benessere;
  • costi, sostenibilità economica e modalità di finanziamento;
  • ambiente, alloggi, aree private interne e aree pubbliche, progettazione urbana.

 

Negli anni 2014-2015 sono stati organizzati tre convegni: uno destinato alle istituzioni (“Per un’architettura sociale condivisa dell’area Borgo Mazzini”, ottobre 2014); due destinati alla cittadinanza, finalizzati a informare e sensibilizzare (“Linee guida per la riqualificazione dell’area Borgo Mazzini”, ottobre 2014) o a restituire i risultati dei gruppi di progettazione partecipata (“Rivoluzioniamo il modo di abitare a Treviso”, maggio 2015).

 

Nel documento finale del percorso si legge: “Il non sentirsi soli sarà determinato da una presa in carico globale della persona, a partire da una sua richiesta (“Ho bisogno di aiuto. Puoi aiutarmi?”), ma anche da una domanda (“Hai bisogno di aiuto? Cosa posso fare per te?”). I residenti potranno liberamente scegliere tra momenti di condivisione di una quotidianità ricca di iniziative, e momenti di privacy e tranquillità, senza pressioni e obblighi che farebbero venir meno il benessere. Ognuno con l’impegno di tener sempre conto di chi gli sta accanto, di partecipare alle decisioni da prendere quando sarà necessario, curando le relazioni e facendosi guidare da valori.”

 

Le parole chiave emerse nel percorso sono: partecipazione e cura delle relazioni, dalle idee ai fatti, gentilezza, compassione, comprensione dei bisogni, trasparenza. Il capitale di conoscenza e di condivisione raccolto nel percorso, insieme alla competenza delle varie figure coinvolte e al lavoro di équipe multidisciplinare, hanno guidato i professionisti dei diversi settori nella realizzazione del progetto, fino ad arrivare, nel 2018, all’apertura del primo edificio di cohousing.

 

 

L’apertura degli edifici di cohousing

Il progetto iniziale prevedeva nel complesso un totale di 56 unità abitative, in 6 Case. La realizzazione del progetto è progressiva: nel 2018 è stata inaugurata Casa Garzoni (11 alloggi), seguita nel 2019 da altre 3 Case (Casa Mazzini con 3 alloggi, Casa Maddalena con 5, Casa del Grano con 5) e nel 2021 da Casa Burchiellati con 4 alloggi; sono poi in fase di realizzazione 16 appartamenti nel Chiostro.

 

Nel frattempo, a seguito della pandemia e dell’emergere di nuove esigenze e priorità, grazie anche al finanziamento del PNRR all’Ambito Sociale Territoriale di Treviso (per cui ISRAA è soggetto attuatore), dal 2024 viene avviato l’ampliamento del modello di cohousing a persone non autonome, con progettazione e avvio dei lavori per ulteriori 26 alloggi in 4 edifici: per tali alloggi è prevista una dotazione tecnologica finalizzata alla protezione assistenziale da remoto.

 

Nella figura 1 sono individuabili le diverse aree coinvolte nel progetto: Casa Garzoni (verde – 1), Casa Mazzini (azzurro – 2A), Casa Maddalena (azzurro – 2B), Casa del Grano (azzurro – 2C), chiostro (rosso- 3); in colore arancione sono evidenziati altri edifici (Casa Albergo Salce, sede amministrazione ISRAA, mini alloggi in via Borgo Mazzini 24, 37, 51).

 

Figura 1 – Il progetto complessivo

 

Figura 2 – L’area di Borgo Mazzini vista dall’alto

 

La dimensione degli alloggi è compresa fra 38 e 60 mq. Gli spazi comuni e il locale lavanderia, fondamentali in un progetto di cohousing, sono presenti in ciascuna Casa; a progetto ultimato saranno disponibili gli spazi dedicati a portierato sociale, ludoteca, sala polifunzionale, zona living con cucina e area benessere.

 

ll progetto di Borgo Mazzini Smart Cohousing utilizza le linee guida dell’universal design: gli spazi interconnessi e il design inclusivo, creati attraverso un uso attento di materiali, colori e luci, sono pensati per rispondere alle esigenze di tutti i residenti e per generare nuove socialità e relazioni anche con l’esterno; i colori dei materiali sono stati scelti dal responsabile dell’ufficio tecnico, gli arredi dai residenti stessi.

 

Gli spazi creati attraverso i criteri dell’universal design rispondono ai principi di equità (spazio fruibile da chiunque), flessibilità (uso che si adatta a diverse abilità), semplicità (uso intuitivo, facile da comprendere), percettibilità (corretta trasmissione delle informazioni sensoriali), tolleranza all’errore (riduzione di rischi e azioni accidentali), contenimento dello sforzo fisico (uso con minima fatica), misure e spazi sufficienti (spazio idoneo all’accesso e all’uso).

 

Gli spazi verdi sono posti nelle corti interne, grazie a una progettazione che si riferisce ai canoni dei giardini protetti. Collegano tra loro tutte le residenze e durante il giorno sono aperti alla cittadinanza: garantiscono un ambiente naturale di rigenerazione psicofisica e di relazione con l’esterno ai residenti negli alloggi di cohousing, oltre che massima fruibilità a tutti gli abitanti del quartiere.

 

Box 1 – Gli spazi interni ed esterni di Borgo Mazzini Smart Cohousing

 

La Casa Albergo Salce: da residenza a centro di servizi

Nel complesso edilizio interessato dalla realizzazione del progetto di cohousing è ubicata Casa Albergo Salce, inaugurata nel 1972 e inizialmente destinata ad anziani autosufficienti; in tempi recenti è stata oggetto di modifiche strutturali e organizzative, per adeguarsi alla trasformazione del bisogno di assistenza di anziani autosufficienti divenuti poi non autosufficienti. Attualmente la casa albergo dispone di 168 posti, di cui 42 dedicati ad anziani non autosufficienti.

 

Casa Salce costituisce la base operativa, a cui afferiscono i sistemi di chiamata dagli appartamenti in cohousing e da cui partono i professionisti impegnati nei diversi servizi territoriali nel centro storico: servizi domiciliari (SAD), servizio consegna pasti e servizi ausiliari.

 

Per i residenti in cohousing, poter contare su una residenza per anziani, sufficientemente vicina e connessa, in grado di fornire servizi e supporto a 360 gradi (dalla quotidiana consegna pasti al domicilio all’assistenza infermieristica notturna in caso di emergenza), costituisce un elemento di sicurezza. Per ISRAA, lo sviluppo nel tempo dei propri progetti ha consentito di costruire un sistema di servizi integrati, pensato e organizzato come una filiera, che risponde a bisogni dal sostegno leggero fino all’assistenza in fase terminale della vita: in questi luoghi, quindi, l’eterogeneità dell’invecchiamento trova spazi e tempi per esprimersi e prassi diverse del prendersi cura, in un continuum. Inoltre, tale modalità organizzativa permette di contenere i costi di gestione, mettendo a sistema le risorse professionali e strumentali disponibili.

 

 

Vivere in un cohousing: l’esperienza di Borgo Mazzini come quartiere solidale

Andare a vivere in un cohousing rappresenta una scelta importante, consapevole e a suo modo rivoluzionaria; significa lasciare la casa di una vita, ridurre il proprio spazio, eliminare, chiudere, trasformarsi. Ogni persona che compie questa scelta ha contemporaneamente motivazioni individuali e motivazioni comuni con gli altri abitanti, ed è portatrice di una storia e di un progetto di vita.

 

Si accede tramite presentazione della domanda prevista da un bando di concorso, che viene pubblicato ogni due anni e origina una graduatoria. I requisiti di ingresso sono:

  • età compresa fra 65 e 79 anni;
  • profilo di autonomia e idoneità a gestire l’alloggio, risultante dalla scheda SVAMA (Scheda di Valutazione Multidimensionale delle persone adulte e Anziane) di cui alla DGR 2961 del 28/12/2012 della Regione Veneto, redatta dalla competente unità di valutazione territoriale;
  • assenza di problemi psicopatologici;
  • garanzia di solvibilità economica.

 

Sono compresi nel canone di locazione i costi di tutte le utenze e di manutenzione, le pulizie delle aree comuni, la pulizia semestrale degli alloggi, il noleggio e lavaggio della biancheria piana, l’utilizzo della lavatrice e asciugatrice nel locale comune di ciascun edificio, il servizio di primo e pronto intervento in caso di emergenze, la possibilità di partecipare alle attività psico-socio-educative proposte da ISRAA. Possono essere richiesti a pagamento il servizio di consegna pasti, le pulizie all’interno degli alloggi, il lavaggio degli indumenti personali, il servizio di assistenza di base (ad esempio per igiene personale o accompagnamenti), i servizi infermieristici, consulenze individuali di varia natura (logopediche, fisioterapiche, psicologiche).

 

Al momento dell’ingresso si sottoscrive sia un contratto residenziale, che regolamenta aspetti quali l’importo del canone di locazione e i servizi inclusi, sia un contratto di valore,  contenente i principi di valore che hanno ispirato la realizzazione del progetto Borgo Mazzini Smart Cohousing. Per i cittadini partecipanti ai focus group nella fase di progettazione condivisa, tale contratto era una necessità, da far sottoscrivere ai residenti per rendere tutti consapevoli delle caratteristiche che vuole avere Borgo Mazzini come quartiere solidale.

 

Il contratto di valore sottolinea che si sta compiendo una scelta di valori condivisi: in questo senso diventa anche un’opportunità per promuovere uno stile di vita basato su pensieri e azioni orientati a senso di comunità, reciprocità di aiuto, partecipazione e condivisione, pur mantenendo autonomia e possibilità di esprimere punti di vista e posizioni differenti.

 

Box 2 – La testimonianza di alcuni anziani residenti

 

Figura 3 – Alcuni residenti nel laboratorio di stimolazione cognitiva

 

Dall’avvio del cohousing a oggi si sono presentate anche situazioni di persone che – improvvisamente o lentamente, temporaneamente o definitivamente – non sono più state in grado di abitare nell’appartamento in cohousing. Attraverso le varie professionalità, il lavoro di équipe multidisciplinare e la disponibilità di altri servizi ISRAA, le diverse situazioni sono state fronteggiate, in sinergia con (se presenti) i familiari o amministratori di sostegno, costruendo volta per volta una risposta specifica, che rispettasse i bisogni ma anche i tempi della persona coinvolta.

 

 

Sostenere un cambiamento culturale: il ruolo dell’équipe

L’esperienza del Borgo Mazzini Smart Cohousing (BMSC), dall’ideazione alla realizzazione degli attuali 6 edifici, ha attraversato molte fasi, prove, sperimentazioni, iniziative, tutte caratterizzate dalla volontà di collaborare, dall’impegno per mettere insieme interessi diversi e talvolta confliggenti, dall’abilità nel gestire conflitti che nella pratica inesorabilmente si verificano. Dal 2018, con l’apertura del primo edificio (Casa Garzoni), abbiamo iniziato a conoscere e coltivare le disponibilità, conoscenze, abilità, che ogni residente, ogni famiglia e la comunità nel suo insieme possono offrire e ottenere, relazionandosi con gli altri secondo principi di mutuo riconoscimento, di scambio e di reciprocità.

 

Nel 2020 è nata nell’équipe del BMSC l’idea di elaborare un manifesto che, partendo dal contesto del Borgo, delinei una visione di invecchiamento che ci guidi nella transizione in “centro servizi” per la comunità e che parli dell’anziano come di persona che non è solo portatore di bisogni, ma anche risorsa per la comunità.

 

Questo manifesto rappresenta la base teorica del cambiamento culturale di cui vogliamo essere promotori e sostenitori, lavorando con il territorio e sostenendo un’apertura dei luoghi e delle persone in grado di curare non solo il singolo, ma anche la comunità:

  • valorizzare la cultura e la conoscenza accumulata nello sviluppo del progetto e condividerla a vantaggio del territorio e della comunità;
  • realizzare un’esperienza di cohousing esportabile, rendendo disponibile la competenza di ISRAA sulla tematica dell’housing a favore di altre realtà, per facilitare l’adozione del modello di cohousing in altri contesti territoriali;
  • promuovere una nuova visione di invecchiamento e longevità e una cultura di inclusività, combattendo lo stigma, facendo sentire tutti “persone tra le persone”, restituendo alla città una parte storica del centro;
  • connotare Borgo Mazzini come un luogo di “crescita umana”, con spazi e attività funzionali alla realizzazione, alla crescita e allo sviluppo, sia individuale sia di comunità;
  • rendere BMSC un “centro di invecchiamento di comunità”, in cui individui di tutte le età e generazioni possano incontrarsi e trovare risposte, di tipo formativo e tecnologico, che consentano di ripensare il concetto di invecchiamento verso una nuova visione permeabile e inclusiva, uscendo da una logica tradizionale e “stadiale” e promuovendo un invecchiamento “evolutivo” e consapevole;
  • realizzare una proposta di valore alle persone che vivono e transitano nel Borgo, al fine di trasformarlo in uno smart living environment1, che consenta la creazione di reti sociali anche attraverso nuove modalità di socializzazione e soluzioni anche tecnologiche.

 

I principi base che ci guidano sono sintetizzabili in:

  • il luogo come opportunità di crescita umana;
  • il quartiere Borgo a misura di persona e di anziano, per promuovere e garantire il buon invecchiamento;
  • la logica di community management2, che prevede una équipe di professionisti e la metodologia del lavoro multiprofessionale;
  • il tema dello sviluppo di comunità.

 

L’équipe multiprofessionale del BMSC garantisce i servizi e soprattutto l’integrazione di servizi e risorse; fornisce supporto, in modo da rendere il Borgo un luogo di vita protesico; promuove una crescita dei legami di reciprocità e solidarietà, di responsabilità sociale e di consapevolezza del vivere insieme; favorisce il raccordo fra i residenti e la comunità, in una logica di community management.

 

L’équipe è composta da direttrice di BMSC e Casa Albergo Salce, assistente sociale, educatrice professionale, infermiera di comunità, psicologa; sono inoltre attivabili altre figure professionali, come la logopedista e la fisioterapista. Nel lavoro quotidiano gli operatori sono accompagnati da alcune buone domande, che aiutano a tenere la rotta: Che sogno abbiamo? Che tipo di quartiere abbiamo in mente? Che cosa fa bene alla comunità? Che cosa vogliamo dire? Che cosa vogliamo far accadere?

 

Osservando i fili rossi che esistono e che guidano un agire quotidiano che spesso pare caotico, possiamo individuare alcuni elementi di attenzione che sottendono al lavoro degli operatori di comunità: accogliere il mondo di ciascuna persona, partire dall’ascolto di bisogni e desideri delle persone, costruire e tenere aggiornate le mappe del territorio, valorizzare ciò che c’è, lavorare in gruppo, muoversi con leggerezza, fiducia, creatività.

 

 

Coordinare e accompagnare il cohousing

Essere professionisti in questa realtà è un’esperienza particolarmente significativa, che richiede lo sviluppo di competenze specifiche per il lavoro di comunità, ma soprattutto competenze relazionali, che si costruiscono quotidianamente nell’incontro con l’altro.

 

Box 3 – La definizione del cohousing, da parte dei professionisti dell’équipe

 

Per le varie figure professionali che compongono l’équipe, all’interno di Borgo Mazzini il ruolo, lo specifico professionale, le competenze agite nel lavoro quotidiano rimangono ovviamente le stesse di altre realtà in cui possono operare; la composizione multidisciplinare e il raccordo fra i diversi professionisti garantiscono la sinergia e l’apporto complementare di contributi di varia natura, orientati a supportare i residenti (a partire da interventi di prevenzione ed educazione), a facilitarne benessere e qualità di vita, a renderli protagonisti della propria salute e della vita condivisa con gli altri residenti, a promuovere relazioni positive all’interno e all’esterno del Borgo, a monitorare l’andamento dei singoli e della comunità.

 

La presenza costante rende possibile intervenire tempestivamente in modo mirato su specifiche difficoltà e problematiche, talvolta riferite dagli stessi residenti rispetto ad alcuni cohousers più fragili. Un’attenzione specifica viene posta al coinvolgimento emotivo e al rapporto personale: il contesto in cui avviene l’incontro fra anziani e operatori, la minore differenza di età rispetto ad altri servizi residenziali per anziani, l’autonomia dei residenti potrebbero facilitare un rapporto più informale, quasi di tipo amicale; è quindi necessario essere ben consapevoli che si è comunque all’interno di una relazione che per sua natura non sarà mai del tutto paritaria.

 

Periodicamente vengono organizzate riunioni plenarie con i residenti del Borgo, per condividere informazioni, raccogliere idee, attivare iniziative. In questi incontri vengono utilizzate, per favorire la partecipazione e la condivisione e tenendo conto degli obiettivi specifici, le diverse tecniche di conduzione dei grandi gruppi (quali il world cafè3 o l’open space tecnology4).

 

È stato creato il Gruppo OPI, ovvero un gruppo composto da alcuni residenti delle varie Case che, con la facilitazione di alcuni professionisti dell’équipe, si incontra per programmare le attività da realizzare nello spazio comune dell’Opificio, sito in uno dei complessi e utilizzato per corsi, laboratori, feste, incontri. Le attività proposte spaziano dai laboratori di stimolazione cognitiva a incontri di promozione della salute, dalla ginnastica allo yoga, dalla pizza mensile al pomeriggio in compagnia, in una fluidità di organizzazione e con partecipazione libera; molte attività sono aperte ad amici e a residenti nel quartiere.

 

Le collaborazioni con le realtà del territorio sono numerose e spaziano su diversi fronti: progetti culturali con i musei, incontri intergenerazionali con le scuole e i centri estivi, esperienze di accoglienza con la Comunità di Sant’Egidio, percorsi di crescita con laboratori di autobiografia e pittura, iniziative con il Comune, accoglienza dello sportello informativo dell’associazione Anteas.

 

La rivista Il Giraborgo, a uscita trimestrale e diffusa in tutto il Borgo, nasce per veicolare le attività ma soprattutto per creare uno spazio in cui accogliere i pensieri e le testimonianze delle persone, senza etichette di età e di ruolo. La redazione, che si incontra ogni due settimane, è composta da residenti nel Borgo e in Casa Salce, da volontari, da professionisti.

 

Lo scambio e la fluidità si realizzano anche nella disponibilità dei residenti di darsi supporto in base alle capacità e ai momenti di fragilità, ma anche rendendosi disponibili per attività di volontariato presso Casa Salce, ad esempio per accompagnamenti degli anziani soli alle visite.

 

 

Verso la comunità nel quartiere

La costruzione di una comunità coinvolge sia l’individuo che la collettività, attraverso sviluppi su livelli molteplici, che si intersecano, si sovrappongono e si contaminano, andando a cercare e costruire risposte possibili in tempi di incertezza e fluidità.

 

In un recente incontro in plenaria con i residenti del cohousing, realizzato tramite la tecnica del world cafè, siamo partiti da tre domande: “Che cosa ci fa stare bene?”, “In che comunità desideriamo abitare?”, “Quali sono i nostri punti di riferimento nel quartiere?”. È emersa l’importanza del ruolo svolto dai servizi ISRAA in caso di necessità, e il valore dei vicini di casa, dei negozianti, delle associazioni del territorio.

 

I residenti hanno espresso numerose proposte per favorire il senso di comunità nel quartiere, introducendo nuove iniziative o rafforzando quelle già esistenti: diffondere maggiormente la rivista trimestrale Il Giraborgo; realizzare iniziative che coinvolgano i negozianti (ad esempio eventi specifici in negozi oppure pranzi o cene comunitarie nel Borgo, dove possano intervenire bar e ristoranti/pizzerie del quartiere); organizzare – negli spazi comuni all’interno del cohousing – attività, progetti, conferenze che possano essere ulteriormente aperte a persone esterne; pensare ad attività specifiche e dedicate a bambini, ragazzi e famiglie, da realizzare negli spazi del Borgo. Anche aprirsi ulteriormente alle associazioni della zona viene considerata una buona opportunità per favorire il senso di comunità.

 

Come ultimo aspetto, forse quello da considerare come apripista per quanto detto sopra, per i residenti di BMSC è importante rafforzare il senso di comunità all’interno, per poter essere percepiti come comunità anche all’esterno.

Note

  1. Ambiente che utilizza la tecnologia, oltre che la comunicazione e la relazione, per accompagnare e monitorare la vita dei residenti, con l’obiettivo di migliorare la loro qualità della vita.
  2. Approccio che mira a favorire nei residenti la consapevolezza dei bisogni e desideri di cui sono portatori e a mobilitare di conseguenza le diverse risorse presenti, istituzionali e comunitarie, per organizzare le risposte.
  3. Metodologia per facilitare il coinvolgimento, la partecipazione e la comunicazione in gruppo. In un clima informale e accogliente, alcune persone attorno a un tavolo discutono partendo da una domanda stimolo, annotando quanto emerge. Dopo un tempo predefinito, i partecipanti cambiano tavolo e quindi compagni di discussione. Al termine della discussione in gruppo, i partecipanti confluiscono nell’incontro in plenaria per condividere quanto emerso.
  4. Metodologia di conduzione di incontri ed eventi, che facilita il coinvolgimento in grandi gruppi. Nella plenaria iniziale vengono proposte le tematiche, poi i partecipanti si suddividono in gruppi spontanei per trattare le tematiche ed elaborare un report istantaneo. I gruppi si ritrovano in plenaria finale per la condivisione dei risultati.

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